Medicina Predittiva Capitolo Secondo: Heart Rate Variability
9-09-2024
La Variabilità della Frequenza Cardiaca (HRV) è una misura della variazione del tempo tra un battito cardiaco e l'altro.
Normalmente il cuore non è un metronomo, in fisiologia esiste sempre una differenza, in termini di frequenza, tra un battito cardiaco e l'altro: l'ampiezza delle oscillazioni tra tachicardia e bradicardia viene garantita da numerosi fattori, il più importante dei quali è rappresentato dal ritmo respiratorio.
Durante la fase inspiratoria il cuore accelera, mentre durante l'espirazione decelera: tale sincronismo cardio-respiratorio è detto Aritmia Respiratoria Sinusale (RSA) ed è una funzione regolata dal Sistema Nervoso Autonomo in virtù di un complesso meccanismo legato alle variazioni di pressione intra-toracica durante le diverse fasi del respiro.
Il Sistema Nervoso Autonomo possiede due branche, una detta simpatica, che rappresenta "l'acceleratore", e la branca vagale, che rappresenta "il freno": quando c'è equilibrio tra freno e acceleratore la variabilità cardiaca diventa regolare, in quanto sussiste una regolare alternanza di accelerazioni e decelerazioni, creando un'onda armonica che prende il nome di "coerenza cardiaca", in distinzione dal "caos cardiaco", in cui la variabilità cardiaca, alta o bassa che sia, risulta comunque irregolare.
Poiché il Sistema Nervoso Autonomo è deputato alla regolazione di tutte le funzioni svincolate dalla nostra volontà (termoregolazione, regolazione della pressione arteriosa, appetito e sazietà, funzioni gastroenteriche, sudorazione ecc.), la sincronizzazione cardio-respiratoria, presente durante le fasi di coerenza, si propaga su tutti ritmi di regolazione della fisiologia, a garanzia di alta efficienza psicofisiologica ed alta capacità di adattamento fisico ed emozionale agli stimoli e ai cambiamenti dell'ambiente esterno ed interno.
Durante il processo di invecchiamento la riduzione del tono del nervo vago comporta una perdita di flessibilità ed elasticità dei parametri fisiologici, con una scarsa capacità di regolazione che genera sintomi specifici detti "Medically Unexplained Symptoms" (MUS), che rappresentano la prima causa di richiesta di assistenza medica sul territorio (stanchezza cronica, insonnia, dolore cronico, sintomi gastrointestinali, aritmie cardiache ed altro).
Col progredire del tempo la perdita di variabilità cardiaca e di coerenza è associata allo sviluppo di tutte le malattie croniche non trasmissibili correlate al processo di invecchiamento, tra cui l'ipertensione arteriosa, l'infarto del miocardio, lo scompenso cardiaco, il diabete, patologie neoplastiche, infiammatorie e psichiatriche: in sostanza c'è una relazione forte tra variabilità cardiaca e aspettativa di vita, nel senso che un'alta e regolare variabilità è garanzia di longevità, mentre una ridotta e caotica variabilità cardiaca è un marcatore predittivo di mortalità.
Esistono diversi strumenti di analisi della variabilità cardiaca e della funzionalità del Sistema Nervoso Autonomo, l'analisi della letteratura scientifica evidenzia un'alta attendibilità garantita dall'esame pletismografico (PPG Stress Flow) condotto per 5 minuti, con un elevato grado di definizione dello stato di salute generale, del tono vagale, dei ritmi circadiani, dello stato infiammatorio e del microcircolo.
Esistono inoltre tecniche di stimolazione del nervo vago e di "reset" del Sistema Nervoso Autonomo, in primis il Biofeedback cardio-respiratorio, da eseguire 3 volte al giorno tramite tecnologia da smartphone, per il recupero e l'ottimizzazione della coerenza cardiaca, con evidenti vantaggi in termini di salute psico-fisica e di longevità.